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QUAL'E' L'ISOLANTE GIUSTO PER LA TUA CASA? N. 6 PDF Stampa E-mail

7. Come fare a capire se un isolante mi protegge anche dal caldo oltreché dal freddo?

I parametri da verificare sono lo smorzamento e lo sfasamento termico. Vediamoli:

lo smorzamento è la capacità di un isolante/parete di ridurre il calore che penetra con l'irraggiamento (ampiezza onda termica) dall'esterno all'interno.

Lo sfasamento è la capacità di un isolante/parete di ritardare la penetrazione del calore dall'esterno all'interno. Se la massima radiazione si ha alle h. 13:00 ed ho uno sfasamento di 12-16 ore (ottimale), significa che il calore penetra in casa alle 24-4 del mattino, momento in cui fuori è più fresco e che quindi compensa il calore entrante. Se invece avesse uno sfasamento di poche ore significherebbe surriscaldare l'ambiente interno nel momento di forte caldo esterno, quindi discomfort massimo.

Più sono alti questi due valori, più l'isolante/parete garantiscono il comfort estivo.

Talvolta però nelle schede tecniche dei prodotti non ci sono questi due parametri e quindi occorre andare a verificare altri valori, determinanti per lo smorzamento e lo sfasamento:

1.condicibilità termica dell'isolante (detta anche conduttività termica) (che abbiamo già visto essere importante per l'isolamento dal freddo), che si individua con λ (Lambda) (W/mK). Più bassa è meglio.

2.densità (detta anche massa volumica) della parete/isolante, che si individua con ρ (Ro) (Kg/mc). Più alta è, più difficoltà avrà il calore esterno ad attraversare la parete e quindi lo sfasamento sarà più alto.

3.calore specifico (detta anche capacità termica massica), che si individua con c (J/KgK). Più alto è meglio.

Un altro valore da tenere in considerazione è lo spessore della parete/isolante;

4. spessore dell'isolante. Più alto è meglio.

 

La densità x il calore specifico mi indicano l'inerzia termica di un materiale; quindi un valore alto di inerzia termica indica una parete che protegge bene dalla penetrazione del calore estivo, riduce le perdite di calore in inverno, riduce i consumi energetici e comporta un buon comfort interno. A parità di valori lo spessore maggiore dell'isolante aumenta l'inerzia termica, così come la massa del mattone.

 

Di seguito vediamo vari materiali con i 3 parametri

MATERIALE CONDUCIBILITA' TERMICA DENSITA' CALORE SPECIFICO
POLISTIROLO 0,035 30 1500
POLIURETANO 0,030 15-30 1250
LANA DI ROCCIA 0,035-0,040 30-170 1030
CELLULOSA IN INTERCAPEDINE 0,037 55-60 2544-2100 (DIPENDE DALLA MARCA)
FIBRA DI LEGNO 0,038-0,055 120-170 2400
LANA DI PECORA 0,032 30 1500

 

Ottimi valori di inerzia termica si avranno con bassa conducibilità termica, alta densità e alto calore specifico. Da questi dati, applicando la formula :

a=λ/ρ*c

si ottiene il valore di diffusività termica: velocità con la quale il calore si diffonde in un corpo.

Se applico la formula ai materiali sopra elencati, otterrò che le migliori prestazioni estive sono garantite da cellulosa in intercapedine, fibra di legno,  lana di roccia, lana di pecora (a parità di spessore) e, per ultimi i materiali di origine sintetica.

In sintesi

Se devo fare un cappotto interno e non posso usare alti spessori, un buon isolante, dal punto di vista termico/traspirabilità/acustico/protezione anche dal caldo può essere la fibra di legno, la lana di roccia. Ma se ho la possibilità di usare alti spessori, per esempio in intercapedine, conviene certamente usare la fibra di cellulosa insufflata.

Di certo non uso materiali sintetici.

 

 
QUAL'E' L'ISOLANTE GIUSTO PER LA TUA CASA? N. 5 PDF Stampa E-mail

5.Igroscopicità e 6. Permeabilità al vapore /Traspirabilità e resistenza al passaggio del vapore


L'igroscopicità è la capacità di un materiale di trattenere al proprio interno delle particelle d'acqua con cui può entrare in contatto.

In un appartamento che presenta forte umidità (sia da condensa che di risalita) è opportuno prevedere un isolante interno che abbia una buona igroscopicità, che assorba l'umidità presente in ambiente interno, come silicato di calcio, argilla, calce naturale; se invece l'isolante deve stare a contatto con probabili o frequenti ambienti ricchi d'acqua, per esempio la base (zoccolatura) dei cappotti, è opportuno prevedere un materiale poco igroscopico (come il vetro cellulare o l'xps).

La permeabilità al vapore o traspirabilità, si indica con µ (mu); tanto più basso è il suo valore, tanto più alta è la traspirabilità, quindi valore basso indica una migliore traspirabilità del materiale.

La resistenza al passaggio del vapore è la resistenza di un materiale a farsi attraversare dal vapore, dipende dal µ, ma anche dallo spessore del materiale stesso. Questo valore Sd si calcola moltiplicando µ x mt di spessore.

In una parete, i materiali che la compongono dovrebbero avere una resistenza alpassaggio di vapore, maggiore all'interno e minore man mano che si va all'esterno, in modo da permettere al vapore di uscire fuori lentamente, ma in maniera costante.

Questi  parametri (affiancati ad un ricambio d'aria costante) sono molto importanti per limitare l'umidità in casa e i conseguenti danni da muffe.

Facciamo un esempio su alcuni materiali:

cellulosa: µ 1 

eps: µ 45 

silicato di calcio: µ 6 

lana di pecora: µ 2 

lana vetro/roccia: µ 3 

cartongesso: µ 8

laterizio: µ 9

 

Dati i valori di µ, in un'ottica di progettazione di parete dovrò calcolare lo spessore dei singoli materiali in modo che lo Sd dei singoli strati diminuisca passando dall'interno all'esterno. Raramente questa regola viene seguita. Per esempio se si fa una cotroparete interna, il cartongesso (spessore 1,2 cm) avrà un Sd più basso del mattone, che come spessore minimo è di 4 cm.

Anche se questa regola non viene rispettata, è fondamentale, in una ristrutturazione, usare materiali traspiranti e in caso di forte umidità interna, molto igroscopici per le pareti interne (intonaci alla calce, all'argilla, pitture traspiranti e a base calce).

Per riassumere, la traspirabilità è un MUST degli isolamenti (in generale), quindi cercate sempre di acquistare materiali traspiranti (anche le pitture), perchè favoriscono la dispersione del vapore e quindi evitano la formazione di condensa e muffe; l'igroscopicità è da ricercare qualora si eseguano dei cappottini interni, per eccessiva umidità in ambiente, o anche per umidità di risalita, ma da evitare per ambienti dove l'acqua è abbondante e frequente.

 
QUAL'E' L'ISOLANTE GIUSTO PER LA TUA CASA? N. 4 PDF Stampa E-mail

Oggi parliamo di:

4. Isolamento acustico

E' importante capirci subito di cosa stiamo parlando.

In questi paragrafi stiamo affrontando il tema dell'isolamento termico nelle pareti perimetrali esterne, che confinano con ambienti esterni (quali cappotto termico esterno, cappotto interno, isolamento in intercapedine).

Per queste tipologie di isolamenti devo valutare anche se e quanto mi può interessare un isolamento acustico.

Inoltre se la casa è tutta da costruire, posso progettare adeguatamente tutte le pareti da isolare sia dall'esterno che dai vicini; se è un appartamento esistente devo adeguarmi alla situazione di fatto. Se il condominio decide di fare un cappotto termico esterno, qui è importante sapere quale isolante usare; se per esempio sono ad un piano terra dove passano molte auto o sono vicino all'aeroporto, la scelta di un isolante fonoassorbente, oltre che termico, è fondamentale per avere un buon comfort interno. Se sono in pineta o all'ultimo piano lontano dai rumori, l'aspetto acustico non mi interessa particolarmente.

In generale sicuramente i materiali di origine minerale (lana di roccia, vetro), animale (lana di pecora), vegetale (cellulosa) (ad alta densità è meglio) sono più fonoassorbenti (assorbono il rumore) di materiali più rigidi come l'xps, eps, il poliuretano, vetrocellulare, che possono addirittura peggiorare l'acustica interna.

La capacità di isolamento acustico, in ogni caso, non è limitato all'isolante, ma a tutta la stratigrafia della parete, si parla pertanto di potere fonoisolante della parete (parete+isolante).

Bisogna inoltre tenere in considerazione il fatto che il rumore si trasmette, non solo direttamente attraverso la parete, ma anche lateralmente, quindi la soluzione esterna, ben applicata, è certamente la migliore; in alternativa dovrò accettare il fatto che dovendo isolare con cappotto interno o in intercapedine, il rumore potrebbe comunque passare dagli angoli, dai pilastri, dal pavimento o dal soffitto...e che quindi non avrò la massima resa.

Il tema dell'acustica in tutti gli altri ambiti-isolamento interno per calpestio (fonoisolanti), per rumore aereo(vocio)- riverbero (fonoassorbenti), per impianti (antivibranti),  richiederebbe ulteriori approfondimenti che esulano da questa specifica trattazione. Mi limito a farne accenno.

La normativa di riferimento è il DPCM 5-12-97.

Il potere fonoisolante si misura in decibel (dB); di seguito i simboli delle varie tipologie di poteri fonoisolanti e i limiti di legge, rispettati in opera (a edificio ultimato), riferiti ad abitazioni:

Rw, per i rumori aerei (partizioni tra stanze), più alto è meglio ≥50 dB
D2m,nT,w, per i rumori da esterno, più alto è meglio ≥40 dB

L’n,w, per i rumori da calpestio, più basso è meglio

≤63 dB
LA,S,max, per rumori da impianti a funzionamento discontinuo (ascensori, scarichi del bagno, wc, rubinetti) ≤35 dB
LA,eq, per rumori da impianti a funzionamento continuo (riscaldamento, ventilazione, condizionamento) ≤35 dB

 

Quindi, per ricapitolare, se dovete fare un cappotto esterno, assicuratevi che la parete in progetto e in opera rispetti i requisiti acustici (sup 40 dB) (attenzione perchè solitamente la parete finita ha meno prestazioni della parete progettata, qunindi occorre un margine di sicurezza) e più il valore è alto meglio è. Non limitatevi allo spessore dell'isolante o della parete, verificate anche la tipologia dell'isolante e richiedete le prestazioni acustiche (devono essere descritte nelle schede tecniche.

Se volete isolarvi acusticamente le pareti in intercapedine o cappotto interno, i materiali migliori sono la fibra di cellulosa,la lana di roccia/vetro, anche ottimi isolanti termici.

 
QUAL'E' L'ISOLANTE GIUSTO PER LA TUA CASA? N.3 PDF Stampa E-mail

Proseguiamo con le carateristiche degli isolanti termici:

2. La Stabilità

l'isolante, a seconda dell'origine e del processo produttivo e dell'applicazione, può variare o meno la sua dimensione e le sue caratteristiche fisico-chimiche, in funzione di variazioni di condizioni ambientali (caldo/freddo/pioggia).

Un esempio concreto è la schiuma poliuretanica insufflata nelle intercapedini; in tempi ormai lontani (quindi può darsi che oggi non sia più così) ha dato due tipologie di problemi, dilatazione per surriscaldamento con conseguente crepatura di intonaci, e sgretolamento nel tempo con conseguente perdita di isolamento.

E' inutile dire che, se l'isolante viene messo all'esterno, la stabilità ha fondamentale importanza.

 

3. La resistenza a compressione (meccanica)

La resistenza meccanica è la capacità di sopportare un carico, quindi non è sempre fondamentale che sia elevata. Vien da sè che è fondamentale nei tetti calpestabili o sotto i massetti o alla base dei capppotti termici (più soggetta ai colpi). La densità è il parametro che la caratterizza, più è denso, più alta sarà la sua resistenza. Ma .... non è così  semplice, perchè in realtà vi sono diverse resistenze meccaniche:

-la resistenza a compressione con deformazione massima al 10%

-la resistenza a compressione a lungo termine con deformazione del 2% in 50 anni

-la resistenza al carico concentrato

-la resistenza alla trazione

Non voglio dilungarmi con una descrizione molto tecnica che in questo contesto non ha senso, ma vi riporto alcuni dati presi da schede tecniche di materiali diversi, in modo che possiate confrontarli. I dati mandcanti non erano presenti nelle schede.

ISOLANTE RESISTENZA COMPRESSIONE 10% RESISTENZA LUNGO TERMINE 2% RESISTENZA A TRAZIONE
PANNELLI XPS ≥300 kPa ≥120kPa
FOAMGLASS PER ZOCCOLATURA ≥400 kPa ≥100 kPa
PANNELLO IN LANA DI ROCCIA PER TETTO PIANO ALTA DENSITA' ≥50 kPa
SUGHERO ≥100 kPa

 

In questo caso i pannelli di origine fossile hanno prestazioni migliori.

 

 
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